Nella mattinata odierna, su richiesta della Procura della Repubblica di Potenza che ha coordinato le indagini, i militari del Comando Provinciale Carabinieri – Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Potenza – che hanno sviluppato gli accertamenti disposti da questo Ufficio, hanno dato esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari e del divieto temporaneo di esercitare la professione forense, emessa dall’ Ufficio Gip del Tribunale di Potenza, nei confronti dell’avvocato DEOREGI Danilo, ritenuto gravemente indiziato di esercizio infedele della professione forense, nonché di truffa ed estorsione ai danni di alcuni dei suoi assistiti.
L’ordinanza cautelare è stata adottata all’esito di attività d’indagine che hanno avuto origine dalla denuncia – querela presentata da uno dei clienti del patrocinatore e si sono sviluppate attraverso acquisizioni documentali e l’ ascolto di persone informate sui fatti, permettendo di accertare a, sempre a livello indiziario e fatta salva la presunzione d’innocenza, che l’indagato avrebbe posto in essere analoghe condotte infedeli nei confronti di altri soggetti.
In sintesi, ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, dalle investigazioni sarebbe emerso, a livello di gravità indiziaria, che il legale, invece, di curare gli interessi dei propri assistiti, li avrebbe raggirati facendo credere loro di aver compiuto delle attività – in realtà mai compiute – per cui aveva assunto mandato, al fine di ottenere indebiti pagamenti, approfittando anche di particolari situazioni emotive, personali, familiari e giuridiche in cui versavano le persone offese che si erano rivolte a lui per ottenere assistenza legale.
Le vittime, inoltre, oltre a subire un danno patrimoniale collegato all’indebito pagamento delle parcelle, avrebbero patito anche dei pregiudizi nei procedimenti penali o civili in corso nei quali erano assistiti dal legale in questione.
In un caso, poi, sarebbe emerso, sempre a livello di gravità indiziaria e ferma restando la presunzione d’innocenza, che il legale avrebbe messo uno degli assistiti dinanzi alla falsa prospettiva della perdita dell’affidamento del figlio minorenne, costringendo così il cliente a pagamenti per prestazioni professionali mai compiute che ancora una volta sarebbero, quindi, risultate indebite.