L’Intelligenza Artificiale può diventare una grande opportunità per il mondo del lavoro e per la Basilicata

L’Intelligenza Artificiale che oggi, in Basilicata, è utilizzata solo dal 5-6% delle imprese, contro una media nazionale già bassa dell’11,4%, presenta grandi opportunità ma anche molti rischi specie nell’impatto sul mondo del lavoro. La Uil – che è il primo sindacato in Europa a lavorare già da tempo su un Progetto di approfondimento e riflessione su come l’IA possa essere anche utile ad amplificare l’azione del sindacato al servizio delle persone – ha promosso all’Unibas una giornata di confronto sulla formazione e sulle tutele per le lavoratrici e i lavoratori e per gli studenti che si affacciano al mondo del lavoro. All’evento “Formazione & Intelligenza Artificiale: Come cambia il mondo del lavoro”, insieme al segretario regionale Vincenzo Tortorelli, sono intervenuti Francesco Maria Gennaro, della segreteria generale Uil Nazionale, Andrea Desantis, ingegnere e coordinatore del comitato scientifico Uil, e Fabio Piacenti, presidente Eures ricerche economiche e sociali.

L’evento si inserisce in un contesto di grande cambiamento dell’occupazione in cui l’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo non solo le professioni esistenti ma anche la creazione di nuovi ruoli. La situazione sull’applicazione in Basilicata dell’IA è segnata dunque dal  ritardo. Le nostre imprese – secondo i dati diffusi dalla Uil – hanno investito principalmente in tecnologie come il Cloud (44,4%), i sistemi di pagamento digitali (41,3%) e la Cybersecurity (41,2%), lasciando l’IA ancora ai margini. Questo significa che la Basilicata rischia di restare indietro rispetto alle regioni più avanzate, come Lombardia, Emilia-Romagna o Lazio, dove la penetrazione di queste tecnologie è molto più alta. La scarsa connettività in alcune aree, la mancanza di formazione specializzata e l’assenza di un ecosistema di innovazione sono ostacoli che devono essere affrontati con decisione.

“Se non si interviene con investimenti pubblici e privati – ha sottolineato il segretario regionale Vincenzo Tortorelli –  il divario digitale rischia di trasformarsi in una frattura sociale ed economica ancora più profonda, con un Sud sempre più ai margini della rivoluzione tecnologica”. In apertura dei lavori il prof. Alessio Fabiano dell’Unibas ha annunciato l’avvio a breve del primo Master sull’IA per far crescere – ha spiegato – la formazione degli studenti. Oltre ad affrontare i vantaggi e gli svantaggi dell’IA, il prof. Fabiano si è soffermato su cinque temi: l’abuso, la responsabiltà, la protezione dei dati, la concorrenza e la trasparenza. Il contributo del direttore della filiale di Potenza della Banca d’Italia Gennaro Sansone al confronto è stato improntato sulla crescente rilevanza dell’IA nella finanza e sul rischio di aumentare il divario tra Paesi del mondo e comunità regionali, mentre Simona Bonito, consigliere provinciale di Parità, si è detta “convinta che le donne sapranno cogliere questa opportunità per accrescere la presenza nel mercato del lavoro”.

Andrea Desantis, ingegnere e coordinatore del comitato scientifico Uil, ha tenuto un’ampia comunicazione  sugli aspetti relativi al Progetto IA che la Uil sta realizzando che -ha detto – è uno “tsunami” inarrestabile  già presente che richiede adeguata preparazione per governarla in tutti i suoi aspetti. L’IA – ha sottolineato- oggi è ancora “debole” ma dobbiamo essere pronti a quando a medio termine diventerà “forte”.  Fabio Piacenti, presidente Eures ricerche economiche e sociali ha aggiornato la “fotografia sociale della Basilicata” esprimendo grande preoccupazione per la fuga dei giovani: in 20 anni sono andati via dalla regione il 31,7% dei giovani con una percentuale più alta – 34,4% – di ragazze. Piacenti ha individuato tra le “ricette” per bloccare l’emorragia giovanile l’alta formazione delle giovani generazioni per l’uso dell’ IA e delle tecnologie informatiche. Cogliere l’opportunità rappresentata dalla crescente richiesta di figure professionali introvabili da parte della grande e della piccola e media impresa – ha detto – è forse l’ultimo “treno” da non perdere.

Francesco Maria Gennaro, della segreteria generale Uil Nazionale,  ha sostenuto che “si tratta dell’ennesima sfida che l’Unione europea e i Paesi membri devono affrontare possibilmente in modo coordinato e con una cornice comune.Per vincerla, occorre accrescere le competenze dei lavoratori, rafforzare il dialogo sociale e la contrattazione collettiva e definire una legislazione nazionale ed europea che garantisca il rispetto dei diritti dei lavoratori e fissi dei contrappesi per una direzione etica e sostenibile del percorso dell’IA. Non potrà passare una deregolamentazione che, come ha sottolineato il premio Nobel Usa 2024 per la fisica Hinton, sarebbe una sciagura perché lascerebbe mano libera ai pericoli del percorso incontrollato dell’IA. L’Europa deve dunque recuperare il ritardo specie nei confronti di Usa e Cina su questo terreno e investire su se stessa e contestualmente adottare strumenti legislativi e finanziari che permettano un’autonomia strategica anche nel settore digitale per riprendersi un ruolo da protagonista che le spetta senza dipendenze e scongiurando rischi attinenti alla privacy e all’utilizzo di dati sensibili. La Uil avvertendo un atteggiamento di distrazione anche dal mondo delle parti sociali ha deciso di accelerare attraverso una strategia d’azione e – ha affermato – non ha paura di affrontare questa sfida, chiamando il Paese e l’Europa ad avere coraggio, pragmatismo, unità di intenti e a realizzare investimenti comuni. Processi di tale complessità non possono essere governati se non con il coinvolgimento democratico delle forze più rappresentative del mondo del lavoro e, dunque, in collaborazione con le parti sociali nazionali ed europee”.

“La Basilicata – ha concluso Tortorelli- non può permettersi di restare ai margini della rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale. Per cogliere le opportunità e mitigare i rischi, serve una strategia chiara, costruita con il contributo di istituzioni, imprese, sindacati e centri di ricerca. Dobbiamo lavorare insieme per creare un ecosistema favorevole all’innovazione, che metta al centro le persone e il lavoro. La contrattazione collettiva dovrà affrontare temi come la riduzione dell’orario di lavoro, la protezione della privacy e il diritto alla formazione continua. Il sindacato ha un ruolo fondamentale: essere custode di un modello di innovazione che non lasci nessuno indietro. L’IA non deve essere uno strumento di precarizzazione, ma una risorsa per migliorare la qualità della vita e del lavoro”.

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