La relazione annuale della Procura nazionale antimafia fa sfumare l’illusione di una terra libera dalla mafia. In Basilicata c’è e punta dritta agli appalti pubblici. Per la Superprocura è la camorra, nello specifico, ad avere oltrepassato il ‘tranquillo confine’ lucano infiltrandosi, là dove il piatto è più ghiotto. E ciò è reso possibile grazie a “ipotesi di corruttela di amministratori locali”. E’ il solito giro insomma: camorra da una parte, amministratori corrotti dall’altra. In mezzo- sempre secondo la Direzione nazionale- spunta la manovalanza locale, “le nuove leve della criminalità lucana”. Indeboliti i clan storici, infatti, si fanno largo, nel panorama criminale lucano, nuovi esponenti della malavita che sanno bene dove andare a cercare “alleati” per i clan campani, ma anche per quelli calabresi, interessati alla Lucania felix. Il particolare interesse alla “lucrose” attività imprenditoriali lucane- per la Dna- sarebbe emerso dall’inchiesta sull’omicidio di Donato Abbruzzese, ucciso a colpi di pistola nell’aprile del 2013. Dorino Stefanutti confessò quell’omicidio. Per gli inquirenti il delitto Abruzzese sarebbe maturato nella lotta per la gestione delle sale da gioco di Potenza. (Fonte: Basilicata 24)